Vi raccontiamo la storia di Francesca Calvi, da Ex allieva di Accademia Italiana Chef all’apertura della sua Pizzeria a Scandicci.
Buongiorno Francesca ti va di raccontarci come è nata la tua passione per questo Mestiere?
L’amore per la cucina c’è sempre stato sin da quando ero piccola, però con il crescere ho poi intrapreso altri studi allontanando questa mia grande passione. Ma un giorno decisi di smettere di fare il lavoro d’ufficio che stavo svolgendo e mia madre, sapendo della mia passione, mi iscrisse di nascosto al corso di pizzaiola dell’Accademia Italiana Chef. Fu amore al primo impasto!
Ti sei diplomata come pizzaiola professionista 7 anni fa in Accademia Italiana Chef, cosa ricordi di quell’esperienza?
Di questa esperienza ricordo tutti gli impasti realizzati per la prima volta; dal pane, alle schiacciate, alla pizza.
Il docente, una persona veramente gentile e paziente ed i miei colleghi persone fantastiche, con tutti loro sono ancora in contattato tutt’oggi.
Ricordo che non vedevo l’ora che arrivasse il weekend per andare ad impastare.
Un esperienza che spero di non dimenticare mai.
Quanto è stato complicato trovare un lavoro dopo il periodo di formazione in Accademia?
Dopo il periodo di formazione in Accademia Italiana Chef non è stato per niente difficile trovare lavoro, perché dopo aver fatto lo stage, dove ho imparato veramente moltissime cose, attraverso gli annunci lavorativi dell’Accademia sono riuscita a trovare subito un impiego. Mi ritengo fortunata ma allo stesso tempo credo che in questo settore il lavoro proprio non manca se si hanno le competenze.
Ci racconti quali sono secondo te le caratteristiche principali che deve avere un buon pizzaiolo?
Secondo me le caratteristiche principali che dovrebbe avere un buon pizzaiolo sono determinazione, fantasia, spirito di sacrificio. Il sapersi sempre mettere in gioco ed avere soprattutto una grande passione. Questo è un lavoro che non può essere fatto per soldi e basta, perché comporta tanti sacrifici.
Quali sono le soddisfazioni che ti da questo lavoro?
La soddisfazione più grande che mi da questo lavoro è rendere felici tutte le persone che si siedono a tavola e degustando la mia pizza.
Vedere i clienti felici, appagati, che se ne vanno con il sorriso e desiderosi di tornare per provare nuove pizze è di gran lunga la soddisfazione più grande.
Mi gratifica molto anche il fatto di creare da semplice acqua, farina e lievito, una pasta “VIVA”, che è il frutto di studi e tecniche di tutti questi anni.
Ogni pizzaiolo ha il suo impasto, che è alla fine, la sua firma da artista.
Credi che ci siano troppe pizzerie in Italia?
Secondo me non ci sono troppe pizzerie in Italia, ma il problema è che spesso non si fa attenzione ad una corretta realizzazione dell impasto, che poi provoca indigestione e sofferenza nei clienti.
Oppure si tende ad acquistare ingredienti di qualità inferiore per risparmiare, ma questo comporta a non appagare il palato dei clienti e farli uscire insoddisfatti.
Ci dovrebbe essere una maggiore attenzione al dettaglio, sia per l’impasto che per le materie prime.
Cosa pensi della pizzerie all’estero?
Ho tanti amici pizzaioli che lavorano all estero e sento dire che c’è una scarsa conoscenza della cultura della pizza.
Come dicevo prima, si tende a fare un prodotto indigesto e cattivo pur di farlo.
Per fortuna però ci sono pizzaioli, come tanti miei colleghi, che portano la pizza all estero, buona come in Italia, dove la ricerca dell’impasto e della materia prima sono sempre in primo piano.
In alcuni casi devo dire, che alcune pizzerie estere, producono un’impasto migliore che in tante pizzerie italiane.
Raccontaci invece del tuo lavoro attuale, sappiamo che hai aperto una Pizzeria tutta tua a Scandicci.
Ho aperto da poco la mia pizzeria a Scandicci, LE FONDERIE.
È stata dura, tra scartoffie e permessi, ma alla fine ce l’ho fatta.
Sono molto felice di aver preso questa decisione, un’esperienza importante per crescere ancora professionalmente e per mettermi alla prova ogni giorno.
Nella mia pizzeria cerco di mettere sempre un’attenta cura del dettaglio, sia per l’impasto, sia per le materie prime.
Gli ingredienti sono studiati come fa uno Chef nella propria cucina.
La soddisfazione più grande è stata vedere l’incremento dei clienti, sentir dire che la pizza è tra le più buone mai mangiate e che da nuovi clienti, diventano clienti fissi.
Ogni mese, oltre al menù, propongo 3 fuori menù, che vanno in base alla stagione, in modo da avere sempre prodotti freschi e genuini.
Finalmente posso dare libero sfogo alla mia arte, alla mia passione più grande ed essere felice di regalare un emozione ai miei clienti.
“Vorrei ringraziare il docente Daniele Gorini, che mi ha introdotto in questo mondo all’Accademia Italiana Chef di Empoli, Paolo Mancini, che mi ha dato la possibilità di fare il mio primo stage e farmi capire quanto amassi questo lavoro, ed infine Agostino Figliola, il mio più grande maestro, colui che mi ha insegnato le tecniche nel dettaglio, sia di pizza che di cucina e mi ha preso sotto la sua ala, facendomi crescere fino a spiccare il volo”.