14 dicembre 2017
In collaborazione con Accademia Italiana Chef
Esiste un discrimine, e se permettete bello grosso, tra “presidente che mangia le fettuccine alfredo” e presidente che non lo farebbe mai.
Ma Roma, a differenza di altre città, digerisce qualsiasi cosa senza sdegno eccessivo, così, quando i “Trumpe” sono arrivati in città, ha accettato con il distacco dell’antica capitale imperiale che cercassero le loro amate fettuccine in posti in cui il romano medio non ha mai messo piede.
E chissà cosa i “Trumpe” penserebbero se sapessero che la loro amata pasta burro e Parmigiano non se la filano proprio.
Eppure, fettucine alfredo, spaghetti e polpette, salsa bolognese, pizza hawaiana, parmigiana di pollo rappresentano la cucina italiana parallela che esiste ma non esiste: vera nell’immaginario americano, sconosciuta agli autoctoni.
[A Donald Trump piacciono molto le Fettuccine Alfredo]
La cucina tradizionale svolge in Italia un ruolo importante, non solo dal punto di vista identitario, ma anche per lo sviluppo turistico, spiegarla bene e proteggerla dagli stravolgimenti è una delle missioni che si è data Accademia Italiana Chef.
La scuola ha perfezionato un metodo d’apprendimento, basato su corsi di cucina intensivi e un approccio articolato da parte degli allievi, che include esperienze sul campo e stage nelle cucine professionali.
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